domenica, settembre 20, 2009

TELE System TS6003 Stealth: il decoder da *NON* comprare

Ok, ormai l'abbiamo capito tutti: con questa storia del digitale terrestre l'hanno messo in culo all'intera nazione. Così, diretti, secchi e senza vasella.

E noi, da bravi sodomiti passivi, ci ritroviamo a dover comprare almeno un cazzo di decoder DVB per quelle poche volte che abbiamo il sacrosanto piacere di rilassarci davanti alla TV (che poi il 99% dei programmi che passano nelle reti televisive italiane siano spazzatura è un'altra faccenda...).

Ecco dunque spuntare intere file di decoder di ogni sorta ammassati nelle corsie dei megastores. Grandi, piccoli, con scheda, senza scheda, con porte USB, con uscita HDMI, bianchi, neri, con codec MPEG-4, con una SCART, con due SCART, con sarcazzo, con fuffa, e così via.
Tutti aggeggi progettati da ingegneri scimmia e costruiti in massa con lo sputo senza passare dal controllo qualità. Venduti a prezzi che oscillano da 30€ a più di 120€, quando è risaputo e confermato che il costo della circuiteria e dell'assemblaggio si aggira su pochissimi Euro. Ma tanto il popolo vuole la TV (esattamente come fosse eroina) e allora si piega a pagari cifre assurde per dei giocattoli assurdi. E' un po' come se una banale pizza margherita venisse venduta a 20€, ecco.

Orbene, l'altro giorno sono andato a prendere un decoder con e per la mia fanciulla. Per motivi di comodità e di risparmio in termini di spazio, la scelta è ricaduta su uno di quei decoder piccolini che si attaccano all'ingresso SCART direttamente dietro la TV.
La baracca in questione è il TELE Sytem TS6003 Stealth, venduto alla modica cifra di 40€. Ah, no, scusate, 39,99€, perchè il marketing insegna che togliendo un centesimo la gente è più invogliata a comprare.

Arrivati a casa e montato il decoder, si scopre che il telecomando non funziona. Dopo aver cambiato tre volte la pila (è una di quelle rotonde e piatte), ancora non va. Cristo. Ah, tra l'altro il telecomando sembrava un cracker. Temevo che mi si spezzasse in mano mentre premevo il solito tasto "OK" (OK 'sto cazzo).

Il giorno dopo allora torno al megastore per farmelo cambiare. Fatti fare il foglio, vai all'accettazione, fatti fare il nuovo scontrino, firma e vai a prendere un nuovo decoder. Tutto ciò mi ha richiesto circa un'ora, giusto il tempo di stare in coda (una coda composta interamente da poveri fessi come me che stavano portando indietro decoder difettosi o rotti) e di aspettare i porci comodi del commesso.

Ritorno a casa con il nuovo decoder, lo monto e scopro che il telecomando non funziona. Dio animale da allevamento dal quale si ottengono prosciutti e salami nonchè fantastiche grigliate. Provo di nuovo con diverse pile. Niente. Tutto funziona tranne il cracker... pardòn, telecomando.

Torno al megastore, piuttosto incazzato. Rifaccio la fila, scambio due chiacchiere con altri fessi come me, scopro che ben due avevano preso lo stesso decoder ed anche a loro non andava il telecomando, e alla fine ripiego su un altro decoder (stavolta uno dei classici già collaudati), che a quanto pare per adesso funziona.

Ora, constata l'eccellente qualità del prodotto immesso sul mercato, se per caso qualche super manager pappone della TELE System dovesse passare da questo blog e leggere questo post, sappia che farebbe molto bene a prendere tutte le centinaia di telecomandi giocattolo di quello stupido decoder e mangiarseli uno per uno. E poi ficcarsi in culo i relativi decoder, tanto sono piccoli, addirittura stealth!

mercoledì, settembre 02, 2009

Triste storiella dal mondo della programmazione in Java

Ho piacere di raccontarvi una piccola chicca a cui ho personalmente assistito alcuni giorni fa.

Ero seduto al mio PC, quand'ecco arrivare una nuova persona (che da ora, per semplicità, chiameremo Niubba) fino a quel momento mai vista.


Continuando a farmi i c***i miei, sento e vedo con la coda dell'occhio che Niubba saluta alcuni dei presenti nella stanza. "Forse si conoscono già... bah!" penso tra me e me.


Dopo diversi minuti, la vedo sedersi ad un altro PC, poco lontano da me. Lo accende, attende alcuni secondi, pigia qualche tasto e, passati alcuni istanti, la vedo alzarsi per andare
a chiedere qualcosa un'altra persona (che chiameremo Tizio) da lei poco distante.

Non sento cosa si dicono, e sinceramente non mi interessa particolarmente.


Persevero nei miei intenti quando di colpo mi trovo Niubba e Tizio vicino alla mia scrivania, sulla quale si trovano alcuni manuali di vario genere.

Tizio inizia a prenderne in mano alcuni e, dopo averli esaminati con attenzione superflua, gliene passa in mano uno. "Wow!" esclama Niubba, non celando un'espressione di lieve perplessità sul suo volto.
"Bah..." continuo a pensare io. Il manuale in questione è un malloppazzo di 1000 e passa pagine per superare l'esame SCJP (Sun Certified Java Programmer).
"Niubba vorrà forse prepararsi all'esame SCJP?" mi chiedo senza troppo interesse.

Niubba prende in mano il gigantesco fermacarte e torna a sedersi al suo PC.


Passa circa mezz'ora. Mi alzo per andare a fumare una sigaretta. Passo dietro Niubba e la vedo che sta leggendo le primissime pagine dell'orrendo mattone cartaceo. Sullo schermo del PC non c'è niente,
solo il vomitevole sfondo di default di Windows XP con la collina verde e il cielo blu.
Torno dopo 10 minuti. Ripasso dietro Niubba. Stavolta, sullo schermo noto una finestra di Microsoft Internet Explorer aperta sulla pagina di Google Translator. "Abbiamo fatto progressi..." penso divertito.

Passa la mattina. Giunta l'ora di pranzo, mi alzo per uscire ed inevitabilmente passo ancora dietro a Niubba. E' ancora lì, ferma sulle stesse prime pagine dell'inutile accozzaglia di inchiostro e carta, con davanti la stessa
finestra del browser. Se non fosse che ogni tanto ha digitato qualcosa alla tastiera, oserei dire che è stata immobile per più di 2 ore.

Rientro dopo pranzo. Niubba è ancora lì, stavolta con un'espressione lievemente provata sul volto. Incomincio ad incuriosirmi seriamente, al punto che mi risiedo alla mia scrivania ed incomincio a tenerla sotto osservazione buttandole un'occhiata ogni tanto.


Le ore passano, io continuo ad osservarla, e sento crescere in me l'orrenda certezza sul fatto che sto finalmente capendo che cosa Niubba sta combinando da praticamente tutto il giorno.

Giunto il momento di andare via, a fine giornata ho finalmente compreso. E silenziosamente ho pianto dentro di me.

Niubba deve imparare Java.
Niubba non sa un c***o di Java (forse non l'ha mai neanche sentito nominare).
Niubba chiede a Tizio se può darle qualche aiuto.
Tizio sa poco più di lei, pertanto si para il culo dandole in mano il primo manualone su cui intravvede la scritta "Java".

Niubba rimane basita dallo spessore del libro, ed inizia a temere il peggio. Nonostante ciò, ringrazia Tizio per il prezioso aiuto.
Niubba apre quindi l'osceno volume. Legge le prime righe e scopre con tremenda sorpresa che il libro è in inglese. *TUTTO* in inglese. Inizia a sudare. Lei non sa una parola di inglese.

Ma deve imparare Java, e non possiede altri strumenti. Non sa che su Internet ci sono milioni di miliardi di guide e howto per chi si avvicina per la prima volta al linguaggio. Non sa che esistono manuali in PDF gratuiti da scaricare liberamente dalla rete. Non sa che forse avrebbe fatto meglio ad andare a zappare i campi e a mungere le mucche.
Presa dallo sconforto, Niubba capisce che l'unica strada percorribile è tradurre il manuale paragrafo per paragrafo. Ecco spiegato il saltuario uso della tastiera. Ecco spiegato Google Translator. Ecco spiegata l'espressione sul suo volto che peggiora di ora in ora. Ecco spiegato perchè in Italia l'informatica fa pena.

Ecco spiegato perchè attendo con ansia e trepidazione il 21 dicembre 2012.